Si vuotano gli uffici / le fabbriche / le chiese / e anime ormai spente / prendono per mano la rassegnazione
La mobilità è attivata
il piano di formazione congelato
il budget azzerato
il piano retributivo rimandato
curioso oggi il tempo d’estate
siamo quasi del tutto fuori
se non vinciamo le prossime partite
ma senza esagerare perchè
non avremo più un letto in ospedale
per non parlare poi del posto al cimitero
ma ciò è prematuro
prima di tutto pensiamo al lavoro
anche precario, temporaneo part-time
ma senza grosse esperienze e l’inglese
niente da fare
resta la pesca sul molo
(perchè in barca sul mare si può vomitare)
e mangiare con gusto
ma attenti ai condimenti
ed informatevi sulla pensione
la nuova chimera o il tormentone
dipende dagli anni, dai gusti
e dai governanti.
Il crepuscolo dei giorni
Inonda di dubbi il mio sentiero
Un giorno forse sarò dalla tua parte
E risponderò io alle domande
Ostaggio del tuo tempo
Non più del mio
I Sarà per mano di un postino O di altro messaggero Che verrà di colpo il buio La paura e pure il gelo
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I Sarà per mano di un postino O di altro messaggero Che verrà di colpo un lampo A rischiarare il mio cammino
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II Basteranno poche righe A cambiar il cielo e il fato Tra i secchioni e nel degrado Vagherò disoccupato
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II Basteranno poche righe A cambiar il cielo e il fato Sarà la molla del mio sogno Inseguir un nuovo stato
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Signor Giudice note utili per evitare processi :
penso tu abbia sbagliato
a reintegrare quello svogliato.
Chi(*) lavorava alacre con piglio ( *) solo i suoi seguaci!
ora crea scompiglio
e invece di lavorare
passa il suo tempo a scherzare.
Signor Giudice
credo proprio tu abbia sbagliato
a reintegrare quello sfrontato.
Tutti i suoi amici
fingono in coro
e supportati da quel sindacato (**)! (**) inconsapevolmente!
“siamo i più furbi
vi abbiamo fregato”
Signor Giudice
hai sicuramente sbagliato
a reintegrare quel disgraziato
il nostro Azionista
si è proprio inc...ato
e da questo paese
per sempre è scappato!
Signor Giudice
Signor Giudice
non ti ho perdonato
sono da tempo disoccupato!
Il mio tempo è finito
L’arbitro ha fischiato
La palla è sul dischetto
Sarò cassintegrato
Ringrazio i miei padroni
Sarò per sempre grato
Per tutto questo tempo
Di avermi stipendiato
Ringrazio il sindacato
Per avermi supportato
E da questo incubo
Proficuamente liberato
Risusciterò altrove
All’aratro intento
Tra le messi e il sole
Sarò certo più contentoPerchè questa preghiera
rimane inascoltata
e l’elemosina rubata.
Perchè questa “muina”
di gente indaffarata
e la politica gridata.
Perchè questo rumore
nel nulla che si muove
e lenta l’agonia
ci porta chissà dove.
Rimbalzano
i cocci
sul davanzale
la sera
e la luna
ormai piena
lenisce
le piaghe.
Parole
stonate
gli sgarbi
del dì.
Sonno
ti chiamo
ti cerco
t’imploro
portami un sogno
in cui
rifugiarmi
dimenticando.
Sei senza lavoro
e non solo
chi sei?
Una parte di te
si è perduta
strappata
lasciata agganciata a quel posto.
Ma non ti arrestare
in un vicolo cieco
riprendi il tuo mare
ritrova il tuo cielo.
Rincorri la voglia
la forza
di fare
sognare
qualcosa di nuovo
riprendere il volo.
Non farti ingannare
sei tu il dono
da amare.
L’orchestra
ha già suonato
musica e spartiti
starete tutti a casa
con mille garantiti
e poi...con questo caldo
potrete fare altro!
E mentre questa manna
scende generosa
s’innalza folle un grido
di scempio perpetrato
s’alza in stereo un urlo
rauco e disperato
non avrò più un lavoro
in questo bello Stato!
Un tavolo freddo
pareti distanti
due fogli
una penna
là in piedi
da soli
al centro di tutti gli sguardi
un uomo
una donna
forse un padre
una madre
aggrappati
a un presente
che muta
vacilla
sgomenta.
Liturgia di parole
di firme
e poi il vuoto.
Non ci sarà più la sveglia
la strisciata all’ingresso
il caffè del mugugno
la fuga alle cinque.
Solitudini piene
di silenzi e di ansie
riempiranno
le stanze...
E il fruscio
malinconico
della carta spedita.