Stefano Cosulich

Giovedì, 28 Febbraio 2013 16:22

Lentamente muore (Martha Medeiros)

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine,

 ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi

chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti,

 chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione,

 chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,

 proprio quelle che fanno brillare  gli occhi, quelle che fanno di uno sbaglio un sorriso,

quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,

 chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza,

 per inseguire un sogno,

 chi non si permette almeno una volta nella vita fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge,

chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.

Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare;

chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,

chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,

 chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi,

ricordando  sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.

Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità

Giovedì, 28 Febbraio 2013 16:17

Ultimo appello (Mario Luzi)

Vorrei arrivare al varco con pochi, essenziali bagagli,

Liberato dai molti inutili,

Di cui l’epoca tragica e fatua

Ci ha sovraccaricato…

 

E vorrei passare questa soglia

Sostenuto da poche,

Sostanziali acquisizioni

E da immagini irrevocabili per intensità e bellezza

Che sono rimaste

Come retaggio.

 

Occorre una specie di rogo purificatore

Del vaniloquio

Cui ci siamo abbandonati

E del quale ci siamo compiaciuti.

 

Il bulbo della speranza,

Ora occulta sotto il suolo

Ingombro di macerie

Non muoia,

In attesa di fiorire alla prima primavera.

 

 

Giovedì, 28 Febbraio 2013 16:03

Il Venditore

 

Lunga lingua d'asfalto

La valigia che pesa 

E l'insolvenza 

Come ultima offesa.

 

Giovedì, 28 Febbraio 2013 15:56

Amicizia (acrostico)

 

    A ccogliersi

   M agicamente

    I ncontrandosi

   C amminando

    I nsieme

   Z igzagando

    I ntorno

    A ll’amore

 

Lunedì, 25 Febbraio 2013 18:01

La valutazione

Ti valuterò

Anche quest’anno ti valuterò

Mi costerà fatica farlo

Mi costerà energia dirti

Quello che forse sai

E non vuoi capire

mi peserà  tanto dirti

Quello che non vorresti sentirti dire

 

Ti dirò

Dove per me sbagli

Dove per me fai bene

E potresti con uno sforzo

Piccolo o grande che sia

Fare ancora di più e meglio.

 

Te lo dirò

Non certo per ferirti

Non certo per giudicarti

Lo farò

Per darti, magari anche con forza

Lo schiaffo di una madre

Che indirizza  al buon viaggio

Verso grandi sfide

Che consentano di stimarti un domani

Quando forse bilanci e valutazioni

Sarai Tu a farli

E non più io.

 

Scomparso

Finalmente!

E per sempre

Dal tuo presente.

 

il tuo responsabile

 

Ce verre vidé

seul object

de mes caresses

souvenir d’un temps fichu

parmis les filles

et leur fesses

 

Ce verre

ilot poussé

au milieu de mon ivresse

chante

un monde beau e con

plein de fleurs e de tendresse

....Di quelle mura

schiaffeggiate dal tempo

e condite dal sale

mi mancheranno i profumi

dei cibi pregiati

indovinati coi gatti

tra le barche affamati.

Lunedì, 25 Febbraio 2013 14:24

Quando il sole

Quando il sole

Regala l'ultimo sorriso

Il pigro tonfo dei remi in mare

Culla il mio sogno

Culla il mio sonno

Che vorrei eterno.


Un tempo gli operai non erano servi.
Lavoravano.
Coltivavano un onore, assoluto, come si addice a un onore.
La gamba di una sedia doveva essere ben fatta.
Era naturale, era inteso. Era un primato.
Non occorreva che fosse ben fatta per il salario, o in
modo proporzionale al salario.
Non doveva essere ben fatta per il padrone,
né per gli intenditori, né per i clienti del padrone.
Doveva essere ben fatta di per sé, in sé, nella sua stessa natura.
Una tradizione venuta, risalita da profondo della razza,
una storia, un assoluto, un onore esigevano che quella gamba di sedia
fosse ben fatta.
E ogni parte della sedia fosse ben fatta.
E ogni parte della sedia che non si vedeva era lavorata con
la medesima perfezione delle parti che si vedevano.
Secondo lo stesso principio delle cattedrali.
E sono solo io — io ormai così imbastardito — a farla adesso tanto lunga.
Per loro, in loro non c’era neppure l’ombra di una riflessione.
Il lavoro stava là. Si lavorava bene.
Non si trattava di essere visti o di non essere visti.
Era il lavoro in sé che doveva essere ben fatto. 
Lunedì, 25 Febbraio 2013 14:15

Vivi la vita ( Madre Teresa di Calcutta)

La vita è un'opportunità, coglila.
La vita è bellezza, ammirala.
La vita è beatitudine, assaporala.
La vita è un sogno, fanne una realtà.
La vita è una sfida, affrontala.
La vita è un dovere, compilo.
La vita è un gioco, giocalo.
La vita è preziosa, abbine cura.
La vita è una ricchezza, conservala.
La vita è amore, godine.
La vita è un mistero, scoprilo.
La vita è promessa, adempila.
La vita è tristezza, superala.
La vita è un inno, cantalo.
La vita è una lotta, accettala.
La vita è un'avventura, rischiala.
La vita è felicità, meritala.
La vita è la vita, difendila.

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