I
Eravamo rimasti
In attesa di un segno
Un argine al nostro dolore
E poi è arrivata
Un'altra ondata di fango
A colmare l’orlo del nostro sdegno
Spazzando via tutto
II
Ero distrutto
Avvilito
Finito
...poi l’ho visto arrivare
Armato di vanga e sorriso
Si è messo al mio fianco
A scavare
A sudare
A lottare col fango
Altri lo hanno seguito
Ed io
Con lui
Tra loro
Sono risorto
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Sopra nella foto (di Ilaria Miglio) un'antologia di Spoon River rinvenuta nel fango incredibilmente aperta su di un inno alla vita (Edmund Pollard)
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Fenomeno
Ampiamente
Noto
Gestito
Orrendamente
(acrostico di Massimo Belmonte)
Rileggo il tempo come un profondo imbuto
dapprima largo, grande, generoso
ampie spire ci concede
poi in vortice
più stretto
ci dirige
al fondo
al fine
ultimo!
Mugugni (lamenti)
( ex area industriale di Sestri Ponente a Genova )
Salivano
odori
fumi
rumori
lamenti assordanti.
Oggi
nel silenzio
é solo il vento di mare
a mugugnare
soffiando
negli spazi deserti.
Sulle mattonelle
lise e sbertucciate
rimangono
tracce d’unto
e di sudore.
Dalle vetrate rotte
un refolo di vento
sorprende
nel silenzio
un ramarro
incuriosito
dalla chiave inglese
deformata.
E' tempo di tornare
a parlare
gli occhi nell'altro
di stringersi
intorno
al progetto
di non cercare
negli altri
le colpe
di trovare
comuni
risposte
E' tempo di andare
incontro al destino
senza fare
troppo casino!
Tu che sgorghi
illibata alla fonte
e che giungi
compromessa al tuo mare
Vorrei tu baciassi
ancor pura
il mio labbro
arso d’atavica sete d’amare.
Voi dovete
Guardare e sognare lontano
Oltre il confine degli occhi
E la nebbia di casa
Che invischia, impigrisce, nasconde
Voi dovete
Volare lontano
(da mamma e papà)
Strappare un sorriso
Rischiando più lingue
Lottare nel mondo
Voi dovrete ( forse )
Crescere ed invecchiare lontano
E poi magari…
Tornare
Portando saperi e semenze
Idee in salse diverse
Sulle nostre (ormai povere) mense.
_-_
Considerazione “acrostica” dei giovani precari
Giungeremo
Infine
Ormai
Vecchi
Alla
Nostra
Indipendenza
Forse un giorno un dio
(se ci sarà)
ci chiederà
dove eravamo
mentre noi chiamavamo risorse le persone
e ‘loro' trasformavano le risorse in pedine
e sostenevano che l'obbedienza è sempre una
virtù
e chi non obbedisce è un nemico del
mercato
e dell'impresa e del cambiamento
e dell'innovazione e del progresso
e chi pensa
disturba
se non pensa come tutti
cioè non pensa come ‘loro'
e soprattutto non pensa
positivo
Forse un giorno un dio
(se ci sarà)
ci chiederà
dove eravamo
E noi diremo che eravamo
a un convegno
(l'ennesimo convegno)
dedicato alla ‘importanza strategica delle risorse umane'
e a quel convegno stavamo ascoltando o tenendo
una relazione
(l'ennesima relazione
uguale a tutte le altre relazioni
già ascoltate o tenute negli anni)
che inneggiava
ai ruoli irrinunciabili e magnifici e progressivi
della Direzione Risorse Umane
e della funzione Formazione e Sviluppo
e dei consulenti tutti e di Change Management soprattutto
(che vuol dire com'è ovvio ‘gestione del cambiamento',
ma in inglese viene meglio, naturalmente)
Forse un giorno un dio
(se ci sarà)
ci chiederà
dove eravamo
Quando non ci saranno più persone
e le risorse umane saranno (appunto) solo pedine
orgogliose di essere
pedine
e non sapendo di non essere più
persone
neppure più si domanderanno
le persone com'erano
una volta
quando ancora tutti vivevano
e ancora non funzionavano
nel nome del dio mercato
che è figlio del dio denaro
e gemello di sorella morte
Ma forse un giorno
nessun dio ci sarà
O, se ci sarà,
non ci riterrà degni
neppure di una domanda
E anche lui
ci tratterà
come noi tutti ormai ci trattiamo
nelle imprese e nella vita:
da pedine
Se non servi un calcio e via