Un tavolo freddo
pareti distanti
due fogli
una penna
là in piedi
da soli
al centro di tutti gli sguardi
un uomo
una donna
forse un padre
una madre
aggrappati
a un presente
che muta
vacilla
sgomenta.
Liturgia di parole
di firme
e poi il vuoto.
Non ci sarà più la sveglia
la strisciata all’ingresso
il caffè del mugugno
la fuga alle cinque.
Solitudini piene
di silenzi e di ansie
riempiranno
le stanze...
E il fruscio
malinconico
della carta spedita.